L’azienda Massimo Lentsch, nata alla fine del 2018, si trova sulle pendici dell’Etna, nel comune di Randazzo, in Contrada Calderara Sottana, mentre alcuni vigneti si trovano nel comune di Castiglione di Sicilia, in Contrada Feudo di Mezzo. Già proprietario dell’azienda Tenuta di Castellaro sull’isola di Lipari, Massimo Lentsch ha voluto intraprendere un’altra avventura sul suolo vulcanico, stavolta sfidando l’Etna.
"La decisione di realizzare vigneti e cantina sull’Etna arriva in un momento particolare della mia vita, dove molto si è trasformato a livello personale: una sorta di tappa che segna un cambiamento importante. Produrre vini di qualità su un territorio di grande tendenza ma anche estremamente competitivo rappresenta per me una sfida importante che intendo vincere" spiega Massimo Lentsch.
Il gioco di contrasti della lava e dell’acqua, rappresentato dall’Etna e dal fiume Alcantara, che scorre nei pressi dell’azienda, creano un ambiente naturale unico al mondo. Questi suoli sono particolarmente fertili perché ricchi di elementi minerali, in particolare fosforo, potassio, ferro, magnesio e calcio.
Il terreno sabbioso e vulcanico dell’Etna è contraddistinto da uno scheletro importante formato da pietre generate dalla disgregazione della lava di origine antichissima. Ogni singola colata lavica ed ogni singola esplosione, che produce cenere e lapilli, hanno caratteristiche fisico-chimiche diverse; in generale questi terreni sono di medio impasto, asciutti e sabbiosi, con capacità drenante molto elevata, a reazione sub-acida, ricchi di microelementi, ferro, rame, potassio, fosforo, magnesio e poveri di azoto e carbonati. I vigneti dell’azienda etnea si trovano a circa settecento metri di altezza sul livello del mare. L’altitudine è un fattore molto importante su questo tipo di suoli vulcanici, perché le colate laviche difficilmente raggiungono le zone più a valle: ne consegue che l’apparato radicale delle piante che si trovano a questa altitudine è completamente immerso nel suolo vulcanico.
I terreni collinari, con scheletro lavico, sono ideali per i rossi e i rosati, mentre quelli alluvionali sono perfetti per i bianchi.
Il clima della zona etnea cambia in relazione al versante del vulcano e all’altitudine. Le temperature minime in inverno non di rado scendono sotto lo zero, mentre le massime in estate non sono quasi mai elevate. Anche qui è molto interessante, dal punto di vista enologico, l’escursione termica che si registra nel periodo primavera-estate. Le piogge, quasi del tutto assenti in estate, sono per lo più distribuite durante il periodo autunno-inverno.
I vigneti spesso sono piccoli appezzamenti aggrappati strenuamente a lingue di lava fredda, scampoli di terra vulcanica dove l’uomo e la vite fronteggiano una natura aspra dando vita ad una produzione di nicchia con caratteristiche uniche.
I vigneti storici sono due: il vigneto Cosentino e il vigneto San Teodoro. Si trovano a Castiglione di Sicilia (Catania), nella Contrada Feudo di Mezzo, sono esposti ad Est a settecentocinquanta metri sul livello del mare. Vi si coltiva Nerello Mascalese e si produce l’Etna Rosso DOC. Il vigneto Cosentino è composto da alberelli centenari (con diverse piante pre-fillossera) dai quali si produce l’Etna Rosso cru Cosentino, mentre il vigneto San Teodoro è costituito da piante di circa sessanta anni, dalle quali si produce l’Etna Rosso classico San Teodoro. Il terreno in questa zona è sabbioso vulcanico, di trama fine, fertile e ricco di microelementi, a reazione sub acida. Da una pre-selezione generale effettuata su entrambi i vigneti viene prodotto l’Etna Rosato OMA.
Le prime annate in commercio sono: la 2016 e 2017 per il Cosentino Etna Rosso (circa 3500 bottiglie ciascuno) la 2017 per il San Teodoro Etna Rosso (9.000 bottiglie), e la 2019 OMA Etna Rosato (2500 bottiglie). Esiste un altro vigneto impiantato in tempi più recenti, che si trova a Calderara Sottana (Randazzo): esposto a Nord, a un’altitudine di seicento metri sul livello del mare, si suddivide in due parti. In una porzione (circa 4,5 ettari), dove il suolo è sassoso e alluvionale, con depositi vulcanoclastici e ricco di pomice nera, si coltiva Carricante e si produrrà Etna Bianco DOC. Nell’altra parte del vigneto (circa 0,7 ettari), si coltiva Nerello Mascalese, dal quale si produce l’Etna Rosso DOC. Inoltre, sono di recente acquisizione due vigneti nelle contrade Pianodario e Chiusa Politi (a Montelaguardia, nel comune di Randazzo) dove nel tempo Massimo Lentsch produrrà ulteriore Etna Rosso.
Massimo Lentsch ha intrapreso un progetto per studiare e comprendere meglio la relazione simbiotica tra il suolo e gli antichi vitigni autoctoni, Nerello Mascalese e Carricante, valorizzando il sapere e la tradizione secolare. Per il nuovo vigneto si è scelta naturalmente la forma di allevamento ad alberello, che ha origini molto antiche ed è saldamente radicata nella consuetudine viticola del luogo, tradizionalmente impostata sui piccoli vigneti, quando la disponibilità idrica o nutrizionale è limitata, o il clima è sfavorevole. L'alberello è caratterizzato in generale da uno sviluppo contenuto sia in altezza sia in volume, e si presta perciò all'adozione di sesti di impianto stretti: in questo caso, per il vigneto, è stato applicato il sistema a quinconce, o sesto d’impianto ad altissima densità.
Ogni pianta si trova al vertice di un triangolo equilatero di circa 1,20 m di lato (in Contrada Feudo di Mezzo vi sono porzioni di vigneti con piante centenarie, sesto 1,10m x 1,10m e diverse viti franche di piede). Questa organizzazione assicura ad ogni pianta un’esposizione omogenea agli eventi atmosferici e uno sfruttamento ideale degli elementi nutritivi e idrici presenti nel suolo. La pianta tende a spingere spontaneamente le proprie radici verso la parte più profonda e ricca di minerali del terreno. Tutti i vini dell’azienda sono certificati biologici e vegan, certificazioni ottenute in seguito a una valutazione tecnica ed agronomica dell’intera filiera produttiva. Il lavoro in vigna viene eseguito da una squadra collaudata, di grande esperienza, costantemente alla ricerca di metodi e strumenti per una migliore cura e gestione delle lavorazioni. La maggior parte delle operazioni sono svolte rigorosamente a mano. Le fasi di maturazione dell’uva sono controllate pianta per pianta, e la raccolta è decisa sapientemente in base a ciò che si vuole ottenere dal prodotto finale. La gestione differenziata di ogni singola vite consente di provvedere in maniera tempestiva ed efficace a ogni necessità, e di comprendere pienamente le dinamiche del complesso sistema vigneto Nell’azienda si custodisce anche un antico palmento, una vasca scavata nella roccia destinata tradizionalmente alla pigiatura delle uve e alla fermentazione dei mosti, l’eco di un sapere che non deve essere dimenticato.
"Il territorio dell’Etna è talmente dominante che, il progetto della nuova cantina, ne sarà completamente parte: un’opera di paesaggio." Con queste poche parole gli architetti Michele Giannetti e Alessandro dal Piaz hanno sintetizzato il nuovo progetto, atto a divenire, dove il rispetto della natura e dell’ambiente saranno i principi base, nella valorizzazione delle forme naturali di energia.
La nuova cantina godrà di un sistema di raffrescamento adiabatico grazie all’acqua e alla terra e agli elementi naturali che caratterizzeranno il “cratere verde”: una sorta di giardino arabo ai piedi di un vulcano! Una torre del vento andrà a creare un sistema di raffrescamento naturale, garantendo umidità e temperatura ideali per l’affinamento dei vini. Grazie ad una progettazione che sfrutta la pendenza naturale del suolo, il processo di vinificazione avverrà interamente sfruttando la forza di gravità, in modo da effettuare travasi o spostamenti del mosto senza consumo di energia e senza danneggiamento del prodotto attraverso l’utilizzo di sistemi meccanici. Sarà un’opera architettonica in simbiosi con l’ambiente e un’interpretazione artistica del contesto naturale: un grande tributo all’armonia possibile tra uomo e natura.